Il pensiero sulle gare di aerea
Negli ultimi anni sempre di più ci viene chiesto cosa ne pensiamo delle gare di arti aeree.
Ovviamente senza stare troppo a girarci intorno Fabrèc De Circ non organizza, non partecipa e non promuove competizioni sportive circensi e cercherò di elencare i motivi.
Preciso che quello che scriverò è un’ opinione personale, non c’è nulla di oggettivo e riguarda solo il modo in cui abbiamo deciso io, gli altri fondatori e addetti ai lavori di allinearci rispetto a questo complesso tema.
PREMESSA
Perchè esistono le gare di aerea?
Che bisogno avevamo come comunità di iniziare a creare delle competizioni per decidere chi fosse più bravo?
Ovviamente questo è avvenuto negli ultimi pochi anni e in particolar modo sulla spinta di federazioni e scuole che, notato il successo di discipline come tessuti aerei e cerchio aereo hanno voluto in qualche modo adottare* queste discipline che sembravano un po' abbandonate; ovviamente sto parlando di: Danza, Pole Dance, Ginnastica artistica.
Così in pochi anni abbiamo visto entrare nelle più disparate scuole di pole, danza, ginnastica, yoga, pilates ecc.. le circensi arti aeree.
*Non mi soffermerò su come queste “adozioni” siano spesso avvenute (e ahimè avvengono) in spazi completamente inadatti, pericolosi e degradanti per un arte circense tanto spettacolare e meritevole.
Poichè queste discipline basano parte della propria attività ed economia su gare competitive, hanno ovviamente cercato di codificare le arti aeree per regolamentarle e quindi farle gareggiare, nella speranza di diventarne anche “genitore ufficiale”.
Spiegando da dove nascono le gare di aerea si capisce già quali sono le sue problematiche esistenziali:
1 LA DISCIPLINA AEREA E’ UNA DISCIPLINA CIRCENSE
Potrà non piacere ad alcuni ma le discipline aeree sono discipline circensi e nascono da ambienti circensi, non dalla ginnastica, dalla ginnastica militare e da altre cose che si trovano scritte in alcuni siti e addirittura in alcuni corsi di formazione insegnati, leggi il mio articolo sulla nascita dei tessuti aerei: Clicca qui .
Le discipline circensi hanno, o dovrebbero avere, le stesse caratteristiche e vantaggi delle altre discipline circensi tra cui:
l’aspetto sociale di condivisione e collaborazione, di celebrazione della diversità, dell’autoironia e di portare tutto questo davanti ad un pubblico che vuole, non tanto sapere quanto sei bravo, ma cosa gli vuoi raccontare e attraverso quale mezzo impossibile lo farai; tutte cose che cozzano inesorabilmente con un ambiente competitivo-agonistico in cui, senza prenderci troppo in giro, conta prima di tutto il risultato.
Fabrèc De Circ è uno spazio di circo, come tale non può partecipare a gare competitive tecniche e non umoristiche senza snaturare la sua identità.
2 DISINTERESSE DELLA COMUNITA’ CIRCENSE AEREA
La comunità circense dedita alle arti aeree, fatte le dovute eccezioni, non ha nessun interesse a codifiche di qualsiasi tipo, tanto meno da codifiche fatte da “estranei” alla comunità stessa, non ha interesse a sentirsi parte di una federazione con poledancer, ginnasti o simili.
Questo rende le gare aeree prive della partecipazione della sua stessa comunità che è più interessata a formazioni professionali, spettacoli e altro che possa in qualche modo portargli un beneficio artistico ed economico.
Ciò nonostante alcune realtà circensi (soprattutto in Italia) sono prive di qualsiasi possibilità di esibizione in pubblico, questo è un problema non nuovo nel bel paese in cui già gli artisti rinomati fanno fatica ad essere riconosciuti, e le compagnie circensi fanno fatica ad avere un appoggio dai palazzi del potere: si potrebbe parlare di quanti teatri impolverati e chiusi ci sono in Italia, di quanto sia difficile economicamente e burocraticamente affittarne uno per poche ore, ma non è questo il momento e il luogo.
Tutto questo “costringe” alcune realtà ad accettare il compromesso delle gare per far esibire i suoi circensi. E’ una scelta comprensibile che spazi e realtà che meritano molta stima fanno.
Fabrèc De Circ per far fronte a questa esigenza si è munito di palco, tende oscuranti, luci, mixer ecc.. per permettere ai suoi corsisti di esibirsi, creare e sperimentare; inoltre sta sviluppando già da anni collaborazioni, gemellaggi con altre scuole affini per poter incontrarsi, creare, imparare ed esibirsi.
3 ASSENZA DI UNA CODIFICA E REGOLAMENTO UNIVERSALE
E’ una diretta conseguenza della mancanza di un appoggio della comunità di aerea:
Non c’è una codifica degli elementi tecnici che vale per tutti, non c’è un regolamento unico che afferma quale materiale (ausiliare e non) debba o possa essere utilizzato, a che altezza e con quale sistema ancoraggio a soffitto o su struttura debba essere installato (questo potrebbe sembrare inutile da sapere ad occhi inesperti, ma per me che prediligo dinamica aerea l’altezza e il sistema con cui è ancorata la mia corda sono TUTTO),
Insomma: non esiste ad oggi un regolamento che possa, in maniera inequivocabile, affermare la tua superiorità nella disciplina rispetto ad un altro concorrente.
In una gara sportiva ovviamente questo non è accettabile, non ci deve essere margine di soggettività e ogni atleta dovrebbe potersi allenare secondo le specifiche universali previste da quella disciplina senza vedersi costretto a modificare le sue capacità in base alla gara.
E mentre pole, danza ecc… si sbattono la testa per capire quali elementi tecnici sono meglio di altri in base ovviamente alla loro disciplina principale la comunità circense si evolve.
4 IL CIRCO E’ EVOLUZIONE (IN TUTTI I SENSI)
Se avete letto l’articolo storico che ho scritto ( Clicca qui ) già si capisce: il circo non sta fermo in attesa che qualcuno lo codifichi:
I tessuti aerei sono la trasformazione in arte di quello che inizialmente era un’esigenza: arrivare al trapezio sospeso a molti metri di altezza.
Il cerchio era una variante del trapezio (inizialmente aveva anche una barra trasversale che chissà a cosa serviva)
Da lì si sono modificati i materiali, le dimensioni e le possibilità e la cosa interessante e che continuano a farlo: oggi potresti vedere artisti che si fanno sollevare da terra da carrucole manuali o automatiche, artisti che usano attrezzatura per avere un maggior elasticità per un’ effetto bungee jumping, artisti che fanno cose impensabili fino all’anno scorso o che utilizzano materiali completamente stravaganti (come teloni trasparenti invece dei tessuti).
Perchè lo fanno? Ma ovviamente perchè la comunità circense vuole stupire, emozionare, mandare un messaggio, superare il proprio limite.
Come si può codificare una disciplina che non fa altro che modificare se stessa? Ma soprattutto: Ci serve veramente? Ne trarremo un vantaggio?
5 LO SVANTAGGIO ARTISTICO
Non voglio essere critico fino all’ultimo: indubbiamente anche le gare di aerea così come anche i talent show (che in fondo sono la stessa cosa, ma più viscidi in alcuni casi) hanno dato visibilità alla disciplina e ne hanno giocato un ruolo comunque importante.
Ma lo svantaggio di abituarsi ad un regolamento tecnico sarebbe quello di far morire lentamente la natura dello spettacolo artistico abituandosi a rincorrere il punteggio.
Chi almeno una volta ha creato uno spettacolo circense anche amatoriale lo sa:
La sfida più grande è avvolgere lo spettatore nella propria idea, per fare questo non posso pensare che una sequenza tecnica circense basti: devo partire dall’idea, dall’emozione, trasformarla in movimento, devo sistemare anche il setting, la luce, gli oggetti e contestualizzare tutto, non di meno l’ elemento intrinseco del circo: il rischio.
Tutto questo non lo può fare qualcun altro, posso avere un aiuto o un occhio esterno ma la sensibilità è la mia, il corpo e le capacità sono mie e il rischio è mio e non vanno per forza bene ad un altro.
A tutto questo si aggiunge la natura terapeutica dell’arte, a volte me lo dimentico ma i progetti di fine anno dei miei allievi riportano alla luce questo aspetto:
Qualsiasi arte ha la capacità di sublimare il dolore e le avversità della vita di chi lo spettacolo lo crea, ma per far si che questo avvenga bisogna che il processo di creazione sia intimo e di accettazione senza giudizio, e anche se qualcosa del genere può essere creato e portato di fronte a dei giudici non è concepibile che venga valutato meglio e peggio di un’altro secondo regole asettiche da perfetti sconosciuti.
La verità è che in gara vediamo e vedremo sempre numeri tutti simili fra loro per un pubblico di appassionati di gare di aerea che non esiste e probabilmente mai esisterà perchè non si parla di partite di tennis e perchè l’aerea senza il suo contesto imprevedibile, magico, musicale, rischioso, infondo … è una lagna.
NB I tessuti aerei sono già stati alle olimpiadi, nel 2006 a Torino, come cerimonia di apertura e crediamo che come arte dello spettacolo e li che debbano trovarsi alle olimpiadi.
Il presidente,
Giovanni Cabibbo